Fotografia Europea 2017 - Circuito Off

Archivio di Stato di Reggio Emilia, corso Cairoli n. 6 - Comune di Reggio Emilia

6 maggio - 30 giugno 2017 - Mostre

FE_2017 Locandina

  

Lun.-Ven. 9,30-12,30

     

   Aperture straordinarie:

  Sabato 6 maggio h. 17,00-20,00

  Domenica 7 maggio h 10,00-13,00

      

         

     

Fotografia Europea 2017

XII EDIZIONE

   

Mappe del tempo. Memoria, archivi, futuro 

    

La nuova edizione di Fotografia Europea si propone di stimolare riflessioni su memoria, archivi e futuro e di articolarle sulla concretezza delle questioni dell’attualità: : strade dimenticate, situazioni minacciate, tentativi di alternative.

  

Archivio non come luogo chiuso e della conservazione, ma piuttosto archivio come luogo – diffuso – dove trovare le storie e le immagini che possono aiutare a comprendere il presente e a immaginare il futuro, non puro esercizio della memoria, ma luogo di attivazione del presente attraverso la memoria.Biciclettaio

  

Elio Grazioli, Walter Guadagnini e Diane Dufour spiegano le valenze e le sfaccettature offerte da questo tema: “Concentrarsi sugli archivi significa, per noi, interrogarsi sul ruolo che vi svolgono le immagini, e in particolare la fotografia. Ancora una volta: puro documento, registrazione, dato, o interpretazione, espressione, immaginario, trasfigurazione? E ancora una volta: passato, presente o futuro?

  

Oggi archiviare la fotografia significa spesso archiviare dei files, dei dati immateriali, non più dei rullini o delle stampe; non abbiamo più l’album delle fotografie per archiviare i nostri ricordi, ma la cartella sul desktop, pronta magari ad essere condivisa con decine di migliaia di persone, conosciute e no.

  

Negli archivi i fotografi trovano stimoli, immagini: l’immagine del passato cambia, estratta dall’archivio, portata nel presente della creazione artistica; il documento diviene invenzione, la storia si trasforma in racconto, più o meno plausibile, o in utopia, più o meno praticabile.

  

Mappe del tempo significa – aggiungono i curatori – questo potere dell’immagine di essere la carta topografica della memoria e insieme la rappresentazione propositiva del futuro“.

  

  

  

#ricordo e memoria #il peso dei ricordi

  

Alcuni autori hanno deciso di comportarsi, ed è una loro bella abitudine, come fossero un unico autore, un superautore. E’ quello che accade nelle agenzie fotografiche che con il semplice gesto di ometter il nome del fotografo rendono l’immagine impersonale.

 Peso dei ricordi 

In questo caso però abbiamo a che fare con l’articolato prodotto di un gruppo di amici, intenti a sondare e trarre piacere dal lavorare con le figure della fotografia. La mossa, quindi, non produce uniformità e unità, ma un raggio ampio di soluzioni a un tema davvero ampio e intrigante, che investe oltretutto proprio pratica e gli usi della fotografia, a tratti prende l’aspetto del gioco surrealista collettivo, della proiezione del pensiero nascosto condivisibile.

  

Ed è proprio l’illustrazione metonimica, come in uno di quei rebus tanto cari a Breton e compagni dove tra cose e parole si stabiliscono rapporti e costruiscono enunciati più o meno misteriosi che la pesatura delle fotografie ribadisce il titolo, poi ancora la fotografia come oggetto di condensazione del passare del tempo, l’album che racconta volti e figure riverberando su tutto quell’interno e i suoi oggetti un alone che attenua ogni attualità.

  Album ricordi

Memoria poi negli oggetti e nello spazio che producono intorno, fatto di ricordi, piccole scene che si modellano sugli arredi che rimandano a persone, voci, gesti; gesti che sono pensiero e linguaggio non verbale, anche linguaggio commestibile di generazione in generazione nella scena della cucina, vero teatro della memoria.

   

Oggetti che sembrano sopravvissuti a un naufragio, e il Titanic è la grande fabbrica dismessa, le Reggiane raccontate da tante campagne fotografiche in vista della loro riqualificazone, ma che continuano a rilasciare segni di frammenti di esistenza.

Officine Reggiane  

Poi il ricordo organizzato in memoria, organizzato in sistema funzionale ai presenti futuri. Il paesaggio nero di una prospettiva di nomi propri scolpiti in tutti gli alfabeti europei, un unico assurdo disastro della civiltà, un'altra opposta prospettiva delle schede bibliografiche, strumento prezioso che in questa prospettiva sembra veduta di campi arati, con fossi e scoline, terreni di pensiero e parole del grande studioso del Schedario Storiapaesaggio agrario Emilio Sereni.

  

Infine due alchimisti, tra materia e spirito come tutti gli alchimisti, intenti a trasformare nell’ oro della rivelazione la materia inafferrabile della memoria.

     

Paolo Barbaro

Aprile 2017    

   

   

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